I libretti di Da Ponte

I libretti di Da Ponte

Ottobre 3, 2019 0 Di admin

L’arianizzazione delle opere di Mozart

La musicologia tedesca del primo Novecento denigrò Da Ponte, e favorì i progetti di traduzione dei testi italiani in tedesco allo scopo di tener ben separato il librettista di Ceneda da Mozart. Allo stesso tempo, ignara di filologia, dette più importanza alla lingua tedesca, preferendo le traduzioni ai testi originali in italiano, e spingendo per l’arianizzazione delle opere di Mozart. Se la cosa dovette sembrare facile, almeno agli inizi, i musicologi di regime si scontrarono subito con difficoltà rilevanti, almeno per loro. Tra le versioni delle opere di Mozart che giravano allora in tedesco, quelle che godevano del maggior favore del pubblico, e che erano più spesso riproposte, erano quelle scritte da Hermann Levi, direttore d’orchestra, tedesco sì ma di origini ebraiche. E questo per la musicologia “scientifica” rappresentava un bel problema.

Da Ponte; statua a Ceneda, a commento del testo sull'arianizzazione delle opere di Mozart
Statua di Da Ponte a Ceneda,
CC BY-SA 3.0 © 2008

Un ebreo a Bayreuth

Hermann Levi era figlio di un rabbino tedesco. La famiglia della madre discendeva da fabbricanti di tabacco di Mannheim, e suo nonno era fondatore di una banca. Il nonno da parte di padre era pure lui un rabbino, e la sua famiglia originaria di Augusta.

Levi studiò musica e dal 1872 fu direttore del teatro di corte di Monaco di Baviera. Diresse la prima del Parsifal a Bayreuth e fu il più importante direttore d’orchestra di Richard Wagner. Nonostante l’antisemitismo di Wagner, gli fu amico fedele. Dopo la morte del compositore rimase ad aiutare la vedova Cosima a organizzare il Festival di Bayreuth. Morì nel 1900.

Levi, traduttore dei libretti di Mozart: a commento del testo sull'arianizzazione delle opere

In cima alle classifiche

Almeno sino agli anni ’30 le traduzioni in tedesco che Levi fece delle opere di Mozart erano rimaste stabilmente in vetta alle classifiche di preferenza del pubblico e di diffusione nei teatri. Il problema si pose all’improvviso con i nazisti e fu deflagrante quando questi si accorsero che un ebreo, Da Ponte, aveva scritto i libretti delle opere più famose di Mozart, e che un altro ebreo, Levi, le aveva tradotte. A causa del virulento antisemitismo, si misero a censurarla in tutti i modi. Intanto cercarono di rimediare con traduzioni ariane alternative. Volevano evitare che i giudei s’appropriassero di Mozart, e così andarono alla ricerca di qualcuno di razza pura che potesse scrivere i testi sostituitivi. Alla fine lo trovarono nella persona del musicologo Sigfried Anheisser, che divenne il loro campione.

Per un Mozart tedesco

Siegfried Anheisser, famoso per un libro sulla germanicità di Mozart, era musicista e aveva discusso la sua tesi all’Università di Bonn sul Tristano e Isotta di Wagner. Aveva fatto anche l’assistente di teatro in alcune città tedesche. Convinto fosse giunto finalmente il momento di purificare le opere di Mozart, sottraendole alle influenze ebraiche, scrisse un articolo sulla Kölnische Zeitung del 31 agosto 1926, nel quale esponeva i progetti per levare di dosso a Mozart “l’ignominia” dei testi giudei.

Varianti ariane al testo

Proprio quell’anno 1926 Anheisser divenne produttore a Colonia della Radio tedesca (WERAG: ossia Westdeutschen Rundfunk AG), che mandò in onda dal 1927 al 1930 molte opere di Mozart. All’introduzione storica ci pensava, da musicologo, Anheisser. Era lui a fornire le varianti ariane dei testi, che fece eseguire in versione purificata. Una in particolare, Die Hochzeit des Figaro, fu decisiva per la sua fortuna. Piacque molto a Hitler che gli garantì una rapida e folgorante carriera.
La versione delle Nozze di Figaro era un miscuglio di traduzioni diverse, ad esempio quelle dell’illuminato di Baviera Adolf von Knigge, una di Vulpius e un’altra di Carl Niese. Anheisser rifece da capo molti numeri del primo e del secondo Atto. In alcuni casi fu costretto a mantenere la versione di Levi, e a denti stretti riconobbe in prefazione che il lavoro di quel giudeo aveva pure qualche merito, non così tanti però come quelli che gli si erano attribuiti sino ad allora.

Adolph barone von Knigge, alto rappresentante degli Illuminati di Baviera
Adolph Barone von Knigge

Musica autentica

Anheisser si concentrò poi sui lavori meno conosciuti di Mozart, proponendo nuovi testi in alternativa alle traduzioni di Levi. La lingua italiana originale non era adeguata agli occhi del musicologo per accompagnare della musica autenticamente ariana. Negli anni precedenti era stata stabilità l’arianicità di Mozart, e perciò il testo di Da Ponte strideva con la presunta purezza dei suoni. Fu per questa ragione che nacquero le nuove versioni della Finta giardiniera, Die Gärtnerin aus Liebe, e del Re pastore, Das Hirt als König. Il curatore in prefazione ai libretti prendeva le distanze da Levi.

Celebrazioni

Nel 1931 cadde l’anniversario di Mozart e Anheisser ripropose le Nozze di Figaro perché fossero pubblicate nella nuova versione tedesca. Per giustificare il suo progetto citò quel che aveva detto Hermann Abert a proposito delle traduzioni in tedesco, e cercò di portare dalla sua Bernhard Paumgartner, entrambi biografi mozartiani. Sostenne che anche costoro, come lui stesso, erano rimasti infastiditi dalle versioni tedesche dei libretti che s’erano adottate sino ad allora.

Tradimenti

Ogni traduzione è un tradimento, e sarebbe stato meglio mantenere i testi com’erano, cioé in italiano. Ma l’esigenza di tradurli era pressante, per il fastidio che ad averli scritti fosse stato un ebreo. Abert avrebbe sostenuto in passato, secondo Anheisser, che l’adattamento in tedesco di Levi era stato uno dei capitoli più bui nella storia della musica, e Paumgartner, sempre secondo lui, che le traduzioni tedesche dei lavori italiani di Mozart erano vuote e scritte nello stile Biedermeyer, senza rispetto né per le note, né per il testo.

L’Ora delle nazioni

La critica a Levi era evidente, e i nazisti colsero ogni pretesto da allora in poi per attaccarne la persona. La nuova versione del Figaro, curata da Anheisser, fu infine eseguita in Cologna nel 1934. Nel frattempo il revisore aveva fatto carriera, collaborando con Alfred Rosenberg della Società per la cultura nazista (NSKG), che s’occupò della diffusione dell’opera in versione ariana radiotrasmessa nell’Ora delle nazioni, programma diffuso in tutta la Germania nell’estate del 1934.

Alfred Rosenberg in una foto d'archivio militare
Alfred Rosenberg in una foto d’archivio
CC BY-SA 3.0 de © 1969

Le edizioni “autentiche”

La Deutscher Musikverlag cominciò a pubblicare le versioni dei libretti in tedesco curate da Anheisser. Le edizioni compresero nei due anni successivi il Don Giovanni e Così fan tutte. La rivista Musica, Die Musik, pensò a diffondere la versione nazista tra gli appassionati, montando una campagna pubblicitaria in favore del traduttore. Pubblicò false recensioni che lodavano Anheisser per il lavoro superbo. Allo stesso tempo la rivista pensò bene di affossare, con altrettante recensioni fasulle, stavolta di segno opposto, chi non si allineava con il regime. Nel mirino c’erano tutti quei teatri che non eseguivano opere arianizzate secondo la nuova vulgata.

False recensioni

Una rappresentazione del Don Giovanni fatta a Dresda, ad esempio, fu presa di mira e il giornalista scrisse che tutto sarebbe stato di certo ottimo se solo non avessero usato il testo decrepito di Levi. Che successone sarebbe stato se avessero invece seguito alla lettera la versione di Anheisser, che rispondeva all’autentico spirito tedesco, coincidente, secondo il critico, con quello di Mozart. L’attacco alla persona di Levi si diffuse sui principali organi di stampa, e la memoria del poveretto, la cui unica colpa fu quella d’aver fatto un ottimo lavoro, fu infangata nei teatri e nei circoli di “cultura”.


Fonti

Erik Levi, Mozart and the Nazi, Editore: Yale University Press,
Pagine 324.
Londra 2000.


Altri articoli

Damisch e i legami con il passato nazista
(sul sito mozartlacadutadeglidei.it)

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L'arianizzazione delle opere di Mozart. La musicologia tedesca del primo Novecento denigrò Da Ponte perchè italiano e per di più ebreo
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