Wen die Götter lieben

Wen die Götter lieben

Settembre 17, 2019 0 Di admin

Il film nazista su Mozart

Joseph Goebbels, morto a Berlino il primo maggio del 1945 fu uno dei più influenti gerarchi nazisti, e, dopo il suicidio di Hitler, Cancelliere del Reich dal 30 aprile 1945 per circa due giorni. Ministro plenipotenziario per la mobilizzazione alla guerra totale e generale della Wehrmacht, diresse il ministero della Propaganda dal 1933 al 1945. Fu lui a volere che si girasse un film su Mozart. E così avvenne. Nel 1942 uscì il lungometraggio Wen die Götter lieben.

Joseph Goebbels volle che si realizzasse il film su Mozart Wen die Götter lieben
Joseph Goebbels
CC BY-SA 3.0 de © 1942

La legittimazione dei gusti

Le tecniche di persuasione di massa consentirono al Partito nazista nel 1933 di salire al potere. Goebbels era personaggio colto, molto più degli altri capi nazionalsocialisti. Laureato in lettere e specializzato in letteratura romantica, non per nulla fu soprannominato da Hitler il suo Herr Doktor. Come tutte le persone colte egli amava la musica, a patto però fosse tedesca e scritta da autori di razza.

Wen die Götter lieben, il film di Herr Doktor

Dopo essersi accertato che Mozart fosse di discendenza ariana, Goebbels volle che si girasse un film su Mozart per completare l’azione di propaganda nazista. La pellicola fu prodotta nel 1942 con il titolo Wen die Götter lieben (Colui che gli dei amano). Venne proiettata per la prima volta al Festival Mozart di Salisburgo il 5 dicembre 1942. Più recentemente è stata ripresa al Festival internazionale Wolfgang Amadeus Mozart di Rovereto il 28 settembre 2009 in lingua originale con sottotitoli, senza che nessuno, per quanto ne sappiamo, ne abbia stigmatizzato il contenuto.

«Con la proiezione del film Wen die Götter lieben è terminata la 22ª edizione del Festival Internazionale W.A. Mozart a Rovereto. La pellicola tedesca degli anni Quaranta ha voluto essere un richiamo al convegno iniziale che aveva aperto la rassegna dedicata al grande genio di Salisburgo, aperta nel segno della riflessione su anniversari, celebrazioni e ricostruzioni biografiche: un’edizione segnata da un programma di qualità, con un evidente filo conduttore».

“Mozart ieri e oggi un festival da applausi”,
Corriere delle Alpi, 1 ottobre 2009

L’idea del grande Reich

La pellicola era stata commissionata dalla Wien-Film, lo studio cinematografico di regime che serviva alla duplice funzione di sostenere l’idea di un grande Reich tedesco e di fornire al grande pubblico un genere d’intrattenimento «che da sempre è stato particolarmente legato a Vienna». Il regista Karl Hartl raccolse un distinto gruppo di artisti conosciuti dai tedeschi: Hans Holt nei panni di Mozart, Winnie Markus in quelli di Constanze, Walter Janssen di Leopold, e Curd Jürgens in quelli dell’imperatore Giuseppe II. Mancavano Da Ponte perché era un ebreo, e i massoni perché Hitler non ce li voleva.

Walter Janssen interpretò Leopold Mozart nel film Wen die Götter lieben
Walter Janssen insieme a Olga Tschechowa, 1953
CC BY-SA 3.0 de © 1953

Karl Hartl coinvolto nell’azione di propaganda

Karl Hartl, nato a Vienna il 10 maggio 1899, è stato un regista e produttore austriaco. Al contrario di altri registi e attori di talento, costretti a emigrare dopo l’annessione dell’Austria nel 1938 da parte della Germania nazista, Hartl restò e fece una brillante carriera. Oltre ad essere membro del Consiglio consultivo del Reichsfilmkammer, fu nominato direttore della Wien-Film. Quello era lo strumento con cui il governo nazista, nella persona del ministro del Reich Joseph Goebbels, controllava l’industria cinematografica. Hartl fu direttamente coinvolto nell’operazione di propaganda con pellicole tra le più ideologiche del periodo nazista, compreso Wen die Götter lieben.

Wen die Götter lieben, locandina del film
Wen die Götter lieben
locandina del film

La purezza dell’aura germanica

Una scena del film mostra il compositore che lavora a una ben nota Aria delle Nozze di Figaro assieme a qualcuno che a prima vista sembra il suo librettista; ma appare chiaro da subito che la persona che è in piedi accanto a Mozart non è Da Ponte, ma il suo allievo Franz Süssmayr. Come ben si sa, Süssmayr potrà pur essere stato un promettente compositore, ma non possedeva nessuna dote di librettista. Evidentemente in un film destinato a enfatizzare la purezza di quell’aura germanica che avvolgeva Mozart, si ritenne che la falsificazione di un dettaglio biografico fosse più accettabile, dal punto di vista ideologico, che mettere sullo schermo uno scrittore ebreo.

La trama di Wen die Götter lieben

La trama del film di Hartl ripercorre la vita del Maestro dal viaggio da Salisburgo per Parigi, quando incontra le sorelle Weber a Mannheim, sino alla morte della madre. Prosegue a storpiare i fatti dal ritorno da Parigi a Salisburgo, sino al passaggio a Vienna. Da quel momento viene la parte più sostanziosa. Dopo la rappresentazione del Ratto dal Serraglio, Mozart sposa Constanze. In seguito ha un’avventura sentimentale con la cognata Aloysia Weber proprio mentre va in scena il Don Giovanni. Il film finisce con la morte prematura dell’artista. Mozart riceve da un misterioso personaggio la commissione del Requiem. In una scena precedente egli incontra Beethoven, che improvvisa per lui la sua Sonata “Al chiaro di luna”. La visita del bonnense è pura invenzione, come quella dell’uomo misterioso, ma serviva a Goebbels per tracciare la linea ideale di collegamento della Wiener Klassik (classicismo viennese) tra Haydn, Mozart e Beethoven.

Piace molto a Goebbels

Al gerarca nazista e ministro della propaganda il film di Hartl piacque molto. Dopo che l’ebbe visionato privatamente nel novembre 1942, nel diario appuntò la straordinaria qualità della pellicola. Si mostrò soddisfatto che il suo costante stimolo a Hartl e ai produttori a lavorare per la causa avesse dato risultati così impressionanti. La Reichsfilmkammer di Hartl avvallò il giudizio di Goebbels, recensendo il film come eccezionalmente rilevante sia dal punto di vista politico nazionale, che da quello artistico. Wen die Götter lieben si situava in quel genere di cinema apparentemente innocuo cosiddetto “del genio”. Tanti lavori di quel tipo furono girati dopo il 1939. In superficie possono essere scambiati per film d’intrattenimento, ma il loro effetto, a lungo termine, è deleterio per via della distorsione dei fatti, del razzismo di fondo, dell’antisemitismo e del nazionalismo strisciante che anima ogni singola scena.

Fonti

Luca Bianchini, Anna Trombetta
Mozart la caduta degli dei Parte prima

Editore: Youcanprint
Pagine: 458, Brossura
ISBN: 978-8892602755
(continua…)

Altri articoli

Damisch e i legami con il passato nazista
(sul sito mozartlacadutadeglidei.it)

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Wen die Götter lieben. Nel 1941 Goebbels volle che si girasse un film su Mozart che completasse l’azione di propaganda nazista.
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